Il suo nome è Otpor. Il suo cognome è... Soros

Bisogno di rivoluzione? Chiamate Otpor

02.11.2004   
I vecchi militanti del movimento Otpor ("Resistenza"), tra gli artefici della caduta del regime di Slobodan Milosevic, sono diventati degli esperti internazionali in rivoluzioni. I casi di Georgia e Ucraina in questo articolo del quotidiano belgradese Politika
Di Aleksandar Apostolovski, Politika , 14 ottobre 2004

Da: Le Courrier des Balkans

Traduzione dal francese: Carlo Dall'Asta



I nomi di Aleksandar Maric e di Stanko Lazendic non dicono granché all'opinione pubblica serba. Ma per Leonid Kouchma e Alexander Lukaschenko, i presidenti dell'Ucraina e della Bielorussia, essi sono gli "istigatori di un colpo di stato" e dei "pericoli pubblici".

Così erano visti anche dal regime di Slobodan Milosevic, con degli aggettivi supplementari: "agenti stranieri e traditori della patria".

Anche se il movimento Otpor ufficialmente non esiste più, anche se non è più registrato come partito politico, sembra che il suo alito minacci tuttora i regimi che l'amministrazione americana considera "non democratici". Aleksandar Maric e Stanko Lazendic sono due amici, vecchi militanti delle ONG serbe che hanno giocato un ruolo essenziale nella rivoluzione del 5 ottobre 2000.

Durante la "rivoluzione delle rose" in Georgia, che ha cacciato il presidente Eduard Shevarnadze, in molti hanno imparato le "ricette" rivoluzionarie dell'Otpor. L'Ucraina e la vecchia volpe Leonid Kouchma si trovano ormai sulla lista?

Maric espulso dall'Ucraina

Aleksandar Maric, membro del movimento Otpor e collaboratore dell'ONG americana Freedom House in Ucraina, è stato respinto martedì sera, senza spiegazioni, all'aeroporto di Kiev, ha comunicato l'Agenzia France Presse.

L'AFP aggiunge che membri del movimento serbo Otpor soggiornano già da qualche mese in Ucraina, assicurando la formazione di giovani militanti per l'azione non violenta, nel caso si verificassero brogli durante le elezioni presidenziali, convocate per il 31 ottobre.

Stanko Lazendic ha confermato a Politika che il suo compagno Aleksandar Maric non ha potuto lasciare l'areoporto, anche se i suoi documenti erano tutti in regola.

Lazendic, Maric e uno dei dirigenti carismatici dell'Otpor, Ivan Marovic, hanno fondato l'ONG "Centro per la resistenza non violenta" e non sono confluiti nel Partito Democratico (DS), dopo l'accordo intervenuto tra quest'ultimo e il partito politico che l'Otpor aveva cercato di creare.

Il loro curriculum vitae professionale presenta comunque delle strane specializzazioni: addestramento al colpo di stato, gestione delle rivoluzioni.

Stanko Lazendic, che ha soggiornato in Ucraina insieme ad Aleksandar Maric, spiega che "allorché l'Otpor ha rovesciato Milosevic ed è divenuto celebre nel mondo intero, ci hanno contattato organizzazioni di tutti i paesi dell'Europa dell'est. Come formatori dell'Otpor, noi abbiamo partecipato a numerosissimi seminari. A titolo individuale. Io sono andato in Bosnia e in Ucraina, Maric è stato in Georgia e in Bielorussia. Per quanto concerne l'Ucraina, noi siamo coinvolti da un anno, e giriamo con alcune organizzazioni non governative il cui scopo è quello di mostrare agli Ucraini cosa significa il regime di Leonid Kouchma. Noi gli abbiamo insegnato a condurre delle campagne, senza raccomandazioni precise su cosa essi dovessero fare."

Aleksandar Maric ha soggiornato in Ucraina, quando il movimento Kmara, uno dei principali attori della caduta di Shevarnadze e dell'arrivo al potere di Sakashvili, sventolava le sue bandiere in ogni strada di Tbilisi. La missione di Maric era quella di formare i giovani Georgiani all'azione nonviolenta.

"Nella concezione dei dittatori, la nostra azione è inconsueta. Essi non sono abituati a combattimenti dove i giovani usano l'ironia come arma. Di colpo, ci tacciano tutti di essere organizzazioni violente, paramilitari," spiega Stanko Lazendic.

L'ombra della Cia

I militanti dell'Otpor vorrebbero dimenticare il nome di Robert Helvy? Questo colonnello americano in pensione ha tenuto all'inizio del 2000, presso l'hotel Hilton di Budapest, dei corsi intensivi sui metodi di combattimento nonviolento ai membri serbi dell'Otpor.

Helvy ha ammesso una volta di fronte ai media serbi di essere stato convocato da rappresentanti dell'Istituto internazionale repubblicano (IRI) a Washington, che gli hanno spiegato che lavoravano con dei giovani in Serbia, e che sarebbe stato interessante se lui li avesse formati nelle tecniche di resistenza nonviolenta, cosa che avrebbe permesso loro di raggiungere i propri scopi.

Avrebbe dovuto addestrare i giovani di Otpor alla grande battaglia che li attendeva. Come ha rilevato il Washington Post, i servizi di polizia di frontiera serba hanno all'epoca rilevato che un sorprendente numero di giovani andava a visitare il monastero serbo di Sent Andrej, in Ungheria. La loro effettiva destinazione era naturalmente l'hotel Hilton sulle rive del Danubio a Budapest.

Stanko Lazendic riconosce che il colonnello Helvy ha partecipato ai seminari. "Ma quando noi siamo andati laggiù, non abbiamo mai pensato che potesse lavorare per la CIA. Quello che lui ci ha insegnato, noi ora lo insegniamo ad altri. Come creare un movimento d'opinione contro il regime attraverso il materiale di propaganda o le manifestazioni di piazza. Ora si dirà sicuramente in Ucraina e in Bielorussia che tutto ciò è messo in piedi da agenti della CIA. I servizi segreti ucraini sono al corrente dei seminari da noi tenuti, perché i media ne hanno ulteriormente rivelato i contenuti. Nei media di Stato Maric ed io siamo presentati come gli ispiratori di un colpo di stato. Viene spiegato che noi abbiamo il nostro centro direzionale in Georgia e che io sono il capo dei formatori inviati laggiù."

L'ONG americana Freedom House ha assunto Lazendic e Maric come consiglieri speciali per i movimenti giovanili in Ucraina. Lo scopo ufficiale? Lo sviluppo della società civile. 
 http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/3579/1/51/  

Resto del mondo - Serbia-Georgia-Bielorussia-Ucraina - 08.11.2004
Organizzasi rivoluzioni
Un'unica regia dietro i movimenti democratici che lottano contro i regimi post-comunisti


Militanti serbi di OtporUno spettro si aggira per i regimi delle ex repubbliche sovietiche. Il suo nome è Otpor. Il suo cognome è... Soros.
 
Uno spettro materializzatosi per la prima volta il 5 ottobre 2000 a Belgrado, quando le massicce manifestazioni di piazza costrinsero il leader serbo Slobodan Milosevic a lasciare il potere a favore di Vojslav Kostunica. A organizzarle furono i giovani attivisti del movimento studentesco democratico Otpor (Resistenza), finanziato dal multimiliardario filantropo americano Gorge Soros e dalla sua potente fondazione Open Society Institute.  Il pugno chiuso cerchiato, bianco su sfondo nero, era diventato il simbolo della rivolta.
 
Lo spettro Otpor-Soros riapparve tre anni dopo a Tbilisi, il 23 novembre 2003, il giorno della pacifica ³Rivoluzione delle Rose² costata il potere al presidente georgiano Eduard Shevardnadze.
Qui a guidare le proteste di piazza fu il movimento studentesco Kmara (Basta), i cui leader erano stati addestrati alle tecniche della lotta nonviolenta dal serbo Aleksandar Maric, istruttore del ³Centro per la Resistenza Nonviolenta² di Belgrado, l'ong erede del disciolto Otpor, una sorta di  centro di addestramento internazionale per aspiranti movimenti democratici.
 
Militante georgiana di KmaraIl pugno chiuso, stavolta nero o blu su sfondo arancio, ricomparve in quei giorni sulle bandiere e sulle magliette dei giovani manifestanti georgiani che, seguendo alla lettera la bibbia di Otpor ³Dalla dittatura alla democrazia: un quadro concettuale per la liberazione², spianarono la strada al potere al filoamericano Mikhail Saakashvili.  
Dietro a tutto sempre lui: Soros, con i suoi soldi e i suoi ideali di esportazione pacifica della democrazia.
 
Oggi questo sovversivo fantasma, incarnato da migliaia di giovani studenti stanchi dei corrotti e autoritari regimi post-comunisti, ha fatto la sua ricomparsa nelle piazze di Kiev e Minsk. In Ucraina e in Bielorussia si sta giocando una delicatissima partita per la transizione democratica dell'ex blocco sovietico.
 
Lo scorso 17 ottobre il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, da molti paragonato a Hitler non solo per l'inquietante somiglianza fisica ma anche per il suo dichiarato autoritarismo, ha organizzato e vinto un referendum farsa per legittimare la sua permanenza al potere. Il risultato è stato giudicato fraudolento da tutti gli osservatori internazionali e ovviamente dalle forze d'opposizione, scese in piazza per protestare nei giorni successivi.
 
Lukashenko e KoutchmaLe manifestazioni sono state represse con inaudita violenza dalla polizia, che ha bastonato e picchiato senza pietà, arrestando centinaia di persone e accanendosi con particolare barbarie sui leader della protesta. Lo stesso Anatoly Lebedko, leader del principale partito d'opposizione, il Partito Civico Unito, è stato braccato e pestato dagli agenti finendo in ospedale con il cranio fratturato, varie costole rotte e un'emorragia al fegato.
 
Tra gli arrestati anche molti giovani militanti del movimento Zubr (Bisonte), neonata creatura dei veterani di Otpor. Come simbolo stavolta, nel cerchio bianco su sfondo nero, il pugno chiuso ha lasciato il posto a un bisonte, tradizionale simbolo nazionale bielorusso. Il già citato Maric si era recato in Bielorussia nei mesi scorsi per tenere lezioni ai locali adepti in vista del referendum e delle prevedibili successive proteste.
 
Militanti ucraini di PoraNello stesso periodo Maric e un suo collega istruttore del Centro, Stanko Lazendic, hanno fatto un salto anche in Ucraina in vista delle elezioni presidenziali tenutesi lo scorso 31 ottobre, per gli ultimi ritocchi alla strategia del locale movimento studentesco figlio della scuola Otpor: Pora (E' ora), niente più pugni chiusi, ma solo una scritta nera su sfondo giallo-arancio, come i georgiani di Kmara. Sul loro sito web, espliciti richiami alle comuni esperienze serba e georgiana. I giovani di Pora sostenevano il candidato dell'opposizione Viktor Yushchenko, liberaldemocratico e filo-occidentale, contro il candidato Œdi regime' Viktor Yanukovich, fino ad oggi primo ministro del discusso presidente uscente Leonid Koutchma. Il voto si è tenuto in un clima tesissimo. La polizia del regime di Koutchma ha perfino accusato il Pora di terrorismo. Il risultato di parità (che dunque richiederà un ballottaggio il 21 novembre) è stato contestato dagli osservatori elettorali e soprattutto dall'opposizione, scesa in piazza per denunciare brogli e irregolarità che hanno impedito la vittoria di Yushchenko al primo turno.
 
³Dopo che l'Otpor ha rovesciato Milosevic diventando celebre nel mondo intero ­ ha spiegato Stanko Lazendic in un'intervista concessa al quotidiano serbo Politika ­ ci hanno contattato organizzazioni di tutti i paesi ex sovietici. Come formatori dell'Otpor, noi abbiamo tenuto numerosissimi seminari. Io sono andato in Bosnia e in Ucraina, Maric è stato in Georgia e in Bielorussia. Per quanto concerne l'Ucraina, quella situazione la stiamo seguendo da un anno: il nostro scopo è quello di mostrare agli ucraini cosa significa il regime di Leonid Kouchma. Noi gli abbiamo insegnato a condurre delle campagne, senza raccomandazioni precise su cosa essi dovessero fare².
 
Arresto di militanti bielorussi³Nella concezione dei dittatori, la nostra azione è inconsueta. Essi non sono abituati a combattimenti in cui i giovani usano l'ironia come arma. Ci tacciano tutti di essere organizzazioni violente, paramilitari², continua Lazendic nell'intervista. ³I servizi segreti ucraini sono al corrente dei seminari da noi tenuti e i media del regime presentano noi di Otpor come gli ispiratori di un colpo di stato².
 
Dietro le sigle di Otpor, Kmara, Zubr e Pora c'è insomma uno stesso progetto, un unico ambizioso disegno politico. Quello di rovesciare le dittature e i regimi dell'area ex-comunista con lo strumento della lotta di massa non-violenta. Completare l'opera di abbattimento di quel Muro che nell'89 non è crollato, ma è solo stato scrostato dal suo intonaco Œrosso'. Sotto di esso sono ancora in piedi i mattoni di regimi non-comunisti, nazionalisti o semplicemente personalisti ma ugualmente oppressivi e grotteschi.