Il miracolo del Nord-Est è finito. Comincia l'incubo del sior Paròn.
by mazzetta Sunday September 26, 2004 at 04:19 PM

 Peccato che il Paròn non caccerà le palanche, ma li prenderà anche per il culo.
Nel Nord-Est la popolazione scopre la clamorosa truffa consumata alle sue spalle.
Dopo un paio di decenni nei quali le popolazioni di questa due regioni ha lavorato come bestie, preferendo entrare in fabbrica non appena terminate le scuole superiori, o anche prima, per contribuire al cosiddetto miracolo, dopo anni spesi ad asfaltare l’entroterra veneto di case con la casina con la tavernetta ed il capannoncino, dopo aver devastato e riempito di smog il proprio ambiente, i mitici lavoratori del Nord Est coprono ora la loro vera natura, quella di bestie da soma.


 

Da Riello a tutti gli altri “imprenditori nordestini, arriva infatti una sola ricetta per combattere la delocalizzazione da loro stessi praticata: lavorare di più con le stesse retribuzioni.
Da contadini a novelli cinesi, passando attraverso un arricchimento che in realtà si è dimostrato illusorio.
Gli anni passati non hanno infatti visto la popolazione capitalizzare la momentanea ricchezza, ma hanno visto sprecare i soldi guadagnati seguendo le peggiori indicazioni del consumismo più ignorante.
Grandi figure politiche sono emerse in mezzo a questa desolazione, i Gentilini, i Galan e tutta la panopilia di serenissimi ignoranti come capre e razzisti come sgherri del Ku-Klux-Klan, e ora si raccolgono i frutti di questo darwinismo alla rovescia, per il quale il meno adatto viene promosso per gli interessi del più ricco, ai danni di tutta la comunità.
Automobili tedesche, vestiti firmati, tutto il brick-a-brack consumistico ha infatti assorbito l’ansia di “elevazione” nordestina.
Ignorata la cultura, bisognava lavorare per gli sghei; ignorato il sociale al di fuori delle iniziative della parrocchia, il Nord-Est; comprese solo le false opportunità berlusconiana; adesso i cittadini di quest’area del paese si ritrovano con un pugno di mosche, ed una sacco di capannoni vuoti costruiti con la Tremonti, di nuovo carne da cannone, di nuovo poveri inermi di fronte al sior paròn.
Paròn, che dopo essersi arricchito alle loro spalle, dopo averli ingannati e pagati pochissimo grazie ad uno stupido paternalismo senza oppositori, adesso dice loro: “Dovete lavorare di più!”
Inutile pensare ad una salutare lezione, i lavoratori traditi, senza sindacato perché faceva troppo “comunista”, con contratti assurdi perché “bisogna lavorare”, e con una scolarizzazione media inferiore a quella della Polonia; pagheranno duramente negli anni a venire le loro scelte dissennate, vivendo in una regione ormai devastata nelle sue bellezze, nella quale l’unico futuro all’orizzonte ha la faccia delle fabbriche-prigione cinesi, nelle quali entri all’alba ed esci, forse, al tramonto; senza neppure la consolazione di poter andare al bar in Bmw.
Il paradigma dello sviluppo senza cultura ha mostrato ancora una volta i suoi limiti, una prece per il miracolo del Nord-Est